Sono un bambino kosovaro...
giovedì 9 febbraio 2012 A cura di Fondazione Luchetta Ota D'Angelo Hrovatin ONLUSSono un bambino kosovaro mi chiamo Demokrat Kycyku, da un anno quasi soffro di una leucemia acuta mieloide. Ho cominciato le cure per questa malattia in Kosovo, però da subito loro mi hanno spiegato che questa malattia non potevano curarla li perché non avevano i mezzi.
I miei genitori e i miei famigliari hanno subito cominciato a cercare un modo per portarmi in Italia e hanno chiesto aiuto anche al ministero del Kosovo.
Il giorno del mio compleanno ero in ospedale, e ho ricevuto una visita da delle persone italiane che facevano parte di una fondazione. Queste persone erano molto gentili mi hanno fatto gli auguri e hanno detto a mia mamma che sarei andato in Italia al più presto possibile, io ci speravo molto...
Il giorno dopo arriva una telefonata al mio papà dicendogli che dovevano andare a Pristina con i passaporti per prendere i visti, perché si partiva per l’Italia tutta la mia famiglia era pazza di gioia.
Martedi 12 aprile 2011 siamo partiti dall’aeroporto di Pristina io e mia mamma, siamo arrivati a Lublana, dove ci attendeva il Dott. Andolina, e da Lublana a Trieste siamo arrivati in macchina.
Al mio arrivo in Italia nell’ospedale Burlo di Trieste sono stato accolto benissimo, sia dalle infermiere che dal primo medico che mi ha visitato il Dott. Zanazzo. All’ospedale erano arrivati anche mio fratello con sua moglie, quando li ho visti ero molto contento.
Inseguito mi hanno assegnato una stanza e mi hanno portato da mangiare.
L’indomani mi hanno impiantato il catetere, dopo tutte le analisi effettuate e dopo aver analizzato il tipo di malattia, ho cominciato il primo ciclo di chemioterapia, durante la chemioterapia ero molto debole e triste anche perché non sapevo la lingua e non capivo quello che le infermiere e i medici mi dicevano.
Dopo il primo ciclo di chemioterapia la fondazione Luchetta Ota D’Angelo Horvatin mi hanno accolto nel loro appartamento e si sono occupati di me e di mia mamma, e di tutte le spese che noi facevamo. Colgo l’occasione di ringraziare tutti i volontari della fondazione che sono stati molto pazienti e generosi con me.
Durante la mia cura ho effettuato quattro cicli di chemioterapia, dopo l’ultimo ciclo i medici hanno constatato che avevo bisogno di fare il trapianto di midollo osseo e dovevano trovare il donatore.
Siccome io ho altri tre fratelli e una sorella i medici hanno chiesto all’ospedale di Pristina di fare dei prelievi di sangue ai miei fratelli da portare in Italia e provare a vedere se erano compatibili con me per poter donarmi il midollo.
Fortunatamente sia mio Fratello Lirilind che mia sorella Mirjeta erano compatibili con me.
La fondazione Luchetta ha fatto si che mia sorella e mio fratello venissero in Italia. Quando sono arrivati i medici hanno fatto a loro le analisi e infine hanno scelto mia sorella per l’espianto di midollo.
A mia sorella sarò sempre grata per questo gesto che ha fatto nei miei confronti, la voglio un bene dell’anima e la ringrazio molto per avermi salvato la vita.
dopo il trapianto sono stato in ospedale per quattro mesi, non ce la facevo più volevo uscire dall’ospedale però allo stesso tempo ero contento perché i medici dicevano che stava andando tutto bene.
Ringrazio molto anche il Dott. Rabusin, la Dott. Natasha, il Dott. Federico, tutte le infermiere e tutti i volontari della Fondazione e quelli che si sono presi cura di me.
Adesso sono a Treviso da mio fratello mi trovo molto bene e non vedo l’ora di andare in Kosovo.
Un abbraccio e un saluto a tutti!
Da Demokrat